Mauritius – partenze fino al 30 novembre

Dettagli
  • Partenze

    Fino al 30 novembre

  • Durata

    9 giorni/7 notti

  • quote a partire da

    euro 1.490


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«Dio creò Mauritius, e dopo il paradiso». Appena ci metti piede capisci che Marc Twain già un secolo fa aveva proprio ragione. Perché non è come te l’aspetti: c’è qualcosa in più – molto di più – della solita isola tropicale in questo lembo di terra immerso nell’Oceano Indiano. Ti rapisce in un attimo, tutta questione di sguardi: al mare, alle spiagge, ai colori della foresta che ti fanno subito sentire più libera, ma soprattutto agli occhi dei mauriziani. Perché loro sorridono, lo fanno sempre.

«Ma perché sembrate così felici?»: un po’ invidiosa (prima di farmi contagiare) all’inizio del tour alla scoperta dell’isola non riesco a fare a meno di chiederlo a Concita, la nostra guida mauriziana. «Qui c’è il sole tutto l’anno, perché non dovremmo esserlo?», risponde. Ma non è l’unica ragione (troppo facile). Leggete qui:

I CREOLI E IL DODO
Occhi a mandorla, pelle scura, capelli lunghi, lisci e neri: Concita è bellissima. Assomiglia molto alla “dame creole” alla quale Baudelaire durante un soggiorno nell’orto botanico Pamplemousses, qui a Mauritius, dedicò la sua prima poesia. Madre indiana, padre cinese: è l’emblema del melting pot dell’isola che di mauriziano doc, in realtà, ha solo il dodo, l’uccello estinto secoli fa dopo essersela spassata un bel po’. Così tanto da non aver avuto nemmeno bisogno di volare (e dopo un po’ ha smesso di saperlo fare, infatti) dato che tutto ciò di cui aveva bisogno per sopravvivere era a portata di becco, tra le foreste e il mare, e in più a disturbarlo non c’erano nemmeno predatori.

I COLONI, GLI SCHIAVI E LA PACE
I coloni hanno importato anche quelli: gli olandesi prima e i portoghesi, francesi e inglesi poi. Sono stati loro a occupare Mauritius e a iniziare la tratta degli schiavi perché lavorassero nelle piantagioni di zucchero e di tè: indiani e cinesi, ma anche sudafricani. Una delle pagine più tristi della storia rimasta intatta nella memoria della gente del posto, che nonostante tutto ha saputo intraprendere un’esemplare avventura di convivenza. E così, adesso, tra i villaggi e le città di Mauritius, un tempio tamil fa il paio con una chiesa e una moschea. Nel calendario mauriziano ci sono ben 15 giorni in rosso per le varie feste religiose, e tutti rispettano tutti. Non è raro, per esempio, incontrare una coppia formata da un indù e un cattolico che celebri due matrimoni: il primo di tre giorni, il secondo di uno rispettando entrambi i rituali. «E ciascuno degli invitati, a prescindere dal suo credo, partecipa ogni volta a tutti e due», spiega ancora Concita (che poi a sua volta è  in procinto di sposarsi).

DENTRO L’ISOLA (DOPO LA BENEDIZIONE)
La natura incontaminata, il sole, quel senso di libertà e di rispetto profondo che c’è tra gli abitanti di Mauritius. Dopo aver capito il perché, mi basta davvero poco per cominciare a sorridere e a dimenticarmi di tutto il resto per entrare nel mood dell’isola, spassarmela e scoprirla, con uno scopo ben preciso: trovare il meglio del meglio, per raccontarvi molto di più della solita storia su spiagge e mare cristallino (che per carità, sono pur sempre tra i più belli del mondo!). Per riuscirci ho percorso buona parte dei 330 chilometri di costa protetti da barriera corallina di questo lembo di terra sette volte più piccolo della Sardegna, attraversato la foresta fino all’entroterra tra le piantagioni di zucchero e di tè bevendo il miglior rhum agricolo di sempre. E dopo aver incontrato un sacerdote indù che mi ha purificata benedicendo il mio viaggio, mi sono fermata nei villaggi, ho assaggiato l’ottima cucina del posto e visitato alcuni dei suoi resort più belli ed ecofriendly.

Il risultato? La guida di viaggio con le 10 cose da non perdere assolutamente se state pensando di fare un salto nello smeraldo dell’Oceano Indiano (che trovate nella nostra gallery).

Qualche info utile
Quanto dura il viaggio: 13 ore di volo, diretto con Meridiana da Roma e Milano. Sull’isola, sempre che non decidiate di restare per sempre, per chi va veloce 10 giorni possono bastare per vedere i posti più speciali (tempo Vanityfair.it 7 giorni e 6 notti, perciò anche meno rinunciando a un paio di tuffi si può fare).

La lingua: a Mauritius si parla francese, anche se tra loro gli abitanti comunicano frequentemente in creolo. Per orientarvi (e non farvi fregare al mercato), basta imparare queste 5 espressioni
-Buongiorno – Bonzur
-Come va? – Ki posision?
-Mi sono perso – Mon perdi
-Quanto costa? – Comie sa?
-Troppo costoso – Tro ser

La moneta: la valuta di Mauritius è la Rupia, ma si può pagare praticamente ovunque in Euro. Il consiglio, per non rischiare che con i resti il calcolo non sia fatto a vostro sfavore, è cambiare un po’ per volta a seconda delle necessità della giornata.


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